
Progetto Unico Terzo Valico dei Giovi - Nodo di Genova
L’alta capacità ferroviaria che collega Genova con il resto d’Europa
Inizio lavori
Aprile 2012
Stato di avanzamento
77%
Dati aggiornati a gennaio 2022
SDG Obiettivi di sviluppo sostenibile


Terzo Valico dei Giovi: un viaggio su una linea lunga 53 chilometri, 37 dei quali in galleria.
Il Progetto Unico Terzo Valico dei Giovi – Nodo di Genova è una nuova linea ad alta capacità veloce che consente di potenziare i collegamenti del sistema portuale ligure con le principali linee ferroviarie del Nord Italia e con il resto d’Europa e, una volta realizzata, diventerà la galleria ferroviaria più lunga d’Italia.
L’opera si inserisce all’interno del Corridoio europeo Reno-Alpi che prevede il potenziamento dell’asse ferroviario Genova-Basilea-Rotterdam/Anversa della rete TEN-T, il progetto europeo per collegare in modo efficiente le regioni europee più densamente popolate.
I lavori interessano 12 comuni tra le province di Genova Alessandria, attraversando le regioni Liguria e Piemonte fino a raggiungere Milano.
Gli scavi in galleria
La nuova linea ferroviaria ad alta capacità è un tracciato che si sviluppa in gran parte in sotterraneo. Partendo da Genova la prima tratta, il cosiddetto Tunnel di Valico, sviluppa 27 chilometri in galleria, che lo rendono il percorso ferroviario sotterraneo più lungo d’Italia.
Se si considerano anche le ulteriori opere in sotterraneo, il Progetto Unico Terzo Valico dei Giovi – Nodo di Genova prevede la costruzione di 90 chilometri di tunnel.
Nel suo insieme la linea è caratterizzata da due canne gemelle a singolo binario, all’interno delle quali i treni potranno raggiungere una velocità di 250 km/h. La nuova linea sarà poi collegata alle linee esistenti attraverso quattro punti di innesto: l’Interconnessione di Voltri, Genova (Bivio Fegino), Novi Ligure e Tortona.
Rispetto al totale di 90 chilometri di tunnel realizzati, 28 di questi vengono scavati con TBM e i restanti 62 con metodi tradizionali.
Nelle fasi di scavo la complessità è duplice: da un lato l’adozione di tecniche di scavo sofisticate e specifiche per le caratteristiche geologiche della montagna; dall’altro la gestione degli enormi volumi di smarino (le terre sciolte e i frammenti rocciosi provenienti dai lavori di scavo).
Le tecniche di scavo hanno quindi dovuto tenere conto delle caratteristiche variabili dell’ammasso che, almeno nel tratto ligure, hanno caratteristiche geomeccaniche scadenti e hanno richiesto per le alte coperture di scavo l’adozione di metodi tradizionali (martello demolitore o esplosivo), e non della TBM.
Lungo l’intero tracciato, sono stati aperti cantieri che consentono di avanzare parallelamente su oltre 30 fronti di scavo, con un’attività ininterrotta, sette giorni su sette, 24 ore su 24.
Per garantire questi livelli di operatività i cantieri si insediano e si adattano al territorio e alla sua conformazione: in un progetto esteso come il Terzo Valico, i cantieri vengono installati e adattati a contesti molto differenti tra loro, che variano da quello urbano a quello montuoso, passando per quello collinare o pianeggiante.
Il cantiere in numeri
I principi dell’economia circolare tra le montagne liguri
Gli scavi nelle montagne, necessari per realizzare le gallerie del Progetto Unico Terzo Valico dei Giovi – Nodo di Genova, hanno comportato la raccolta di una quantità enorme di materiali di scavo, per i quali è stata studiata una complessa soluzione logistica per il loro smaltimento.
Sono state adottate soluzioni compatibili con l’ambiente in una ottica di economia circolare, attraverso la creazione di un sistema di nastri trasportatori, una linea nella linea, che permette di caricare gli inerti e trasportarli nel deposito.
Ad esempio, nel cantiere di Cravasco per gestire il milione di metri cubi di materiali scavati è stato realizzato un sistema di nastri trasportatori lungo 2 chilometri in grado di trasportare fino a 800 tonnellate l’ora di materiale. Un viaggio in parte spettacolare perché, proprio per via delle caratteristiche montuose del territorio, un tratto lungo 260 metri è stato coperto con un flying belt, un nastro sospeso nel vuoto ad un’altezza di 9 metri dal suolo che consente il collegamento diretto tra l’area di cantiere e la cava.
In questo modo, lo smarino scavato è stato caricato sui nastri e trasportato direttamente al deposito finale, riducendo i trasporti su gomma e le relative emissioni in atmosfera.
“Un giorno in cantiere”
Il podcast di Webuild dedica un episodio al Progetto Unico Terzo Valico – Nodo di Genova
Il Nodo di Genova: uno snodo fondamentale per i collegamenti tra il porto del capoluogo ligure e il Nord Italia
Il potenziamento infrastrutturale del Nodo di Genova, opera strategica di connessione infrastrutturale alla nuova linea Alta Capacità, assicurerà il collegamento dell’ultimo miglio tra il Terzo Valico dei Giovi e il Porto storico del capoluogo ligure, permettendo il raccordo diretto per i treni merci in partenza e in arrivo dal porto, e permetterà di separare i flussi di traffico tra treni regionali e treni a lunga percorrenza con un incremento potenziale dell’offerta dei treni regionali e metropolitani.
Il Porto di Genova diventerà un hub di accesso al Corridoio Reno Alpi, intercettando il traffico commerciale che dall’Estremo Oriente va all’Europa, con l’obbiettivo di risparmiare circa 5 giorni di navigazione rispetto ai porti del Mare del Nord.
II progetto del Nodo Ferroviario di Genova correrà principalmente sotto terra e prevede la costruzione di tre gallerie naturali: la Nuova San Tomaso a binario singolo lunga 1.500 metri; la Nuova Cristoforo Colombo lunga 1.409 metri; e l’ultima, la Galleria Polcevera, lunga 2.167 metri.
Stories: La serie video che racconta donne e uomini dei cantieri Webuild
«Qui si lavora su quattro turni, un turno riposa e tre lavorano. Si lavora notte e giorno, sabato e domenica». Il tempo scandito dentro i tunnel è quello raccontato da Giorgio Bocchino, il capo cantiere di Fegino, uno degli oltre venti cantieri tra Genova e Milano dove si costruisce il Progetto Unico Terzo Valico dei Giovi – Nodo di Genova
2.000 imprese e 5.000 lavoratori: innovazione e spirito di squadra per rilanciare il Paese
Negli ultimi anni l’alta capacità Genova-Milano è stato un grande volano per la creazione di posti di lavoro. Al progetto sono impegnate circa 5mila persone, un vero e proprio esercito di personale qualificato tra cui ingegneri, tecnici e operai. E proprio per le caratteristiche di un’opera diffusa lungo un territorio ampio e frastagliato, sono stati creati 7 campi base, dislocati tra Liguria e Piemonte e trasformati nei quartier generali dei 12 cantieri industriali di questa grande opera. Ai cantieri operativi si aggiungono i campi base (veri villaggi che ospitano tecnici e maestranze) dotati di uffici, mensa, sala conferenze, infermeria, spogliatoi, dormitori, parcheggi.
La costruzione del Progetto Unico Terzo Valico dei Giovi – Nodo di Genova è in realtà un impegno corale dove alla partecipazione delle migliaia di lavoratori si aggiunge ovviamente anche quella delle imprese fornitrici di materie prime o prodotti.
Il Progetto Unico Terzo Valico dei Giovi – Nodo di Genova rappresenta infatti il più grande cantiere italiano in termini di filiera di fornitori: in tutto 2.314 imprese che tra fornitori e subfornitori stanno mettendo al servizio dell’opera le loro competenze e il loro know–how assoluto.
Parliamo di aziende al 99% provenienti dal territorio italiano, la cui maggioranza (1.741) viene dalle regioni del Nord, 321 dal Centro e 220 dal Sud. Il loro contributo è determinante per la realizzazione dell’opera, e va dall’impermeabilizzazione delle gallerie alla fornitura e installazione dei prefabbricati fino alla ricerca degli ordigni bellici, che ha anticipato l’insediamento dei cantieri.
L’impegno di tutte queste aziende, coordinato dal Gruppo Webuild, concorre a dar vita a quell’enorme sforzo costruttivo che proprio negli ultimi anni ha permesso di avvicinare quest’opera al suo compimento.
Progetto Unico Terzo Valico dei Giovi – Nodo di Genova: il più grande cantiere italiano in termini di filiera di fornitori
Al lavoro accanto al Gruppo Webuild è impegnata una filiera di fornitori rappresentata da 2.282 imprese italiane e 5.000 persone.
Webcam
I cantieri del Progetto Unico Terzo Valico dei Giovi – Nodo di Genova visibili in diretta. Attualmente quattro webcam, divise fra i cantieri Libarna, Moriassi e Tratta Novi-Tortona, trasmettono le immagini live delle attività in corso.
Webcam 1 – Cantiere Libarna, Galleria Serravalle, imbocco sud
Live dal cantiere
Webcam 2 – Cantiere Moriassi
Live dal cantiere
Webcam 3 - Tratta Novi-Tortona, Galleria Artificiale Pozzolo, imbocco Sud (direzione MI)
Live dal cantiere
Webcam 4 - Tratta Novi-Tortona, Galleria Artificiale Pozzolo, imbocco Sud (direzione GE)
Live dal cantiere
Sostenibilità
La via sostenibile per la mobilità del futuro
L’amianto tra le montagne e la sicurezza dei lavoratori
Tutte le gallerie del Progetto Unico Terzo Valico dei Giovi – Nodo di Genova attraversano un contesto geologico-strutturale altamente complesso e proprio in determinate aree è stato rinvenuto negli scavi amianto allo stato naturale che, per quanto di origine biologica e non inquinante per l’ambiente, se assorbito dal corpo umano può essere cancerogeno.
Questo fatto ha portato il Consorzio Cociv – Gruppo Webuild a profondere il massimo impegno nel garantire la sicurezza di tutti, identificando le fonti di diffusione e monitorando costantemente i livelli di guardia.
All’interno dei cantieri, per evitare qualsiasi rischio per i lavoratori, sono stati installati sofisticati sistemi di ventilazione aspirante che da un lato aspirano l’aria dai fronti di scavo e dall’altro pompano all’interno delle gallerie l’aria pulita presa dall’esterno. In aggiunta, le aree di scavo e le gallerie sono state compartimentate e separate dal resto del cantiere.
Per minimizzare il rischio di inquinamento, sono state previste anche aree di decontaminazione dedicate sia al personale che ai mezzi, dotate di spogliatoi, docce e sistemi di estrazione dell’aria. I cantieri sono dotati anche di grandi unità di de-polverazione che filtrano l’amianto. Anche l’acqua proveniente dai tunnel durante le fasi di scavo e contenente fibre di amianto è stata pompata all’interno di impianti di trattamento, filtrata e quindi purificata.
I Cantieri e l’ambiente
Un’attenzione particolare è stata posta anche nella composizione dei cantieri stessi. I 12 grandi cantieri, scelti come punti di partenza per la costruzione delle varie tratte dell’opera, sono stati realizzati con caratteristiche differenti in base alla loro posizione. Nello sviluppo della linea esistono cantieri metropolitani (studiati per essere inseriti all’interno di un contesto urbano, come quello di Genova o di altri comuni), i cantieri di valico (nelle zone montuose con scarsa accessibilità e una rete viaria spesso assente o molto limitata), i cantieri di pianura (dislocati in ampie zone pianeggianti, e quindi con facile accessibilità, vicinanza alle grandi infrastrutture viarie, disponibilità di cave per interventi di recupero ambientale). Ognuno di questi cantieri è stato allestito in base alle caratteristiche del luogo, alla vicinanza con i centri abitati, al rispetto della natura.
Benefici e vantaggi dell’opera
Riduzione dei tempi di percorrenza
33%
Passeggeri attesi all’anno
3.600.000
Emissioni di Co2 evitate all’anno
430.000 t
Università e imprese: la sostenibilità nella gestione dei materiali di scavo
Un impegno in termini di sostenibilità è stato profuso anche nella gestione dei materiali di scavo. Tutto il materiale di scavo è stato sottoposto a controlli e analisi per verificare che rispondesse ai requisiti di protezione della salute dell’uomo e dell’ambiente.
A questo scopo sono stati coinvolti anche l’IRCSS “Mario Negri” di Milano, il Politecnico di Torino e l’Università di Genova, che hanno elaborato studi ecotossicologici per determinare i valori soglia sotto i quali il materiale di scavo può essere riutilizzato per i materiali da TBM e controllano, con i propri laboratori, la presenza di amianto.
In particolare, il materiale prodotto dagli scavi delle TBM è stato prima steso al suolo presso un apposito deposito di 150.000 m2, allestito presso un’area in prossimità di cava “Romanellotta”, quindi disposto in cumuli alti al massimo un metro e rivoltati costantemente per garantire la giusta ossigenazione. Ogni cumulo viene sottoposto all’analisi chimica da parte del Dipartimento di Chimica dell’Università di Genova e una volta terminato il trattamento, è stato conferito ai siti finali, ovvero ex-cave che vengono riempite e rinaturalizzate, riportandole alla loro originaria destinazione agraria e naturalistica.
Multimedia
Webuild: Progetto Unico Terzo Valico dei Giovi – Nodo di Genova
#break2 Galleria di Valico e Galleria di Serravalle
Progetto Unico Terzo Valico dei Giovi – Nodo di Genova
Nodo di Genova: Breakthrough Galleria di Serravalle